La Sardegna è un’isola al centro del Mediterraneo, su questo dovrebbero essere tutti d’accordo. I suoi abitanti per giungere sul Continente sono costretti a solcare il mare o a salire a bordo di un aereo. La compagnia pubblica Tirrenia di Navigazione da anni assicura il servizio tra l’isola e diversi porti d’Italia. La mobilità dei sardi è in pericolo. Un’eventuale privatizzazione della compagnia potrebbe avere effetti disastrosi per l’economia isolana. Se le rotte dovessero essere amministrate dai privati, possiamo scordarci la quotidianità del collegamento fra Cagliari e Civitavecchia. È noto che spesso la nave parte semivuota dal capoluogo. Una rapida analisi della domanda da parte di un operatore privato lo porterebbe magari a ridurre notevolmente la frequenza delle partenze. Anche il cabotaggio, ovvero il trasporto di merci tra i porti di una stessa nazione, ne risentirebbe notevolmente. Gli operatori economici del Sud Sardegna sarebbero costretti ad operare quasi esclusivamente sul porto dell’Isola Bianca di Olbia. Una migrazione che causerebbe un incremento del trasporto su gomma e del traffico lungo la strada statale 131. Il trasporto pubblico è uno di quei settori dove lo Stato dovrebbe investire più denari. È impensabile che finisca totalmente in mano ai privati. Anche le ferrovie sono in grave pericolo. Recentemente numerose tratte sono state cedute ai privati, tra i quali spicca il nome di una cordata guidata da Montezemolo e Della Valle. I nuovi concessionari hanno mostrato interesse solo per i collegamenti particolarmente redditizi, come il Milano-Roma, percorso in cui la domanda è rigida per tutto l’anno. I treni dei privati però, inizieranno a viaggiare solo quando l’ “Alta Velocità” sarà terminata. Naturalmente, nessun interesse è stato mostrato per i tratti di strada ferrata con traffico di passeggeri e merci minimo. Le regioni del Meridione o le Isole rischiano di dover fare i conti con un peggioramento del servizio. Non bisogna andare lontano per verificare cosa potrebbe succedere. Le ferrovie del Regno Unito sono state privatizzate a metà degli anni novanta. Gli incidenti sono aumentati in modo esponenziale e il prezzo dei biglietti ha toccato livelli altissimi. Un cittadino londinese spende quasi il trenta per cento del suo reddito in abbonamenti e biglietti ferroviari. I sinistri sono aumentati anche a causa del crollo nella manutenzione della rete. I privati fanno il minimo indispensabile per la sicurezza mentre le aziende a capitale pubblico possono permettersi di andare in perdita. Deficit che però garantisce la sicurezza dei cittadini. Sul fronte della navigazione si rischia di fare la stessa fine. La Tirrenia è un’azienda pubblica e i suoi bilanci sono naturalmente in rosso. Non potrebbe essere altrimenti. Grazie ai soldi pubblici però, un sardo che volesse recarsi a Genova non deve fare debiti per acquistare un biglietto. La compagnia napoletana controlla anche le tratte interne. Quelle con le isole minori. È facile pensare che nessun privato dimostrerà mai interesse per la rotta tra Portovesme e l’Isola di San Pietro durante la stagione invernale. A limite potrebbe garantire due collegamenti al giorno, come fanno alcuni operatori che operano già in quelle acque. La Tirrenia non opera nel migliore dei modi possibili, ma la sua natura di ente pubblico dovrebbe essere preservata. Il suo amministratore delegato, Pecorini, è in carica da venticinque anni. Questo naturalmente è un fattore negativo, si dovrebbe garantire un ricambio a livello dirigenziale. Dovrebbe essere migliorata anche l’offerta dei servizi. Il target della compagnia dovrebbe divenire il passeggero e la sua soddisfazione. Un aumento dei passeggeri e delle merci trasportate diminuirebbe i danari che lo Stato spende per mantenere in stato di navigabilità le navi della flotta. La privatizzazione non è sempre la migliore soluzione.
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"Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario"
George Orwell
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domenica 20 gennaio 2008
La Tirrenia e la privatizzazione del trasporto pubblico
Pubblicato da Punto Zero alle 13:33
categoria Disordini Economici
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La verità è quella che vi dicono. E poi il problema in Italia non è mai stato tanto di saperla, ma che saputala tutto resta uguale. Credete forse oggi voi di essere liberi? Votate per dieci volte l'anno gente che a volte neanche conoscete e che una volta eletta fa ciò che vuole, acciuccia e si spartisce.
Sempre comanderà un'oligarchia che vi inganna col gioco delle parti.
E allora? Dov'è povero postero il guadagno?
La dittatura è un sistema per opprimere il popolo.
La democrazia è un sistema per costringere il popolo a opprimersi da solo.
Ma ricordate: un popolo che perde la sua memoria...
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La verità è quella che vi dicono. E poi il problema in Italia non è mai stato tanto di saperla, ma che saputala tutto resta uguale. Credete forse oggi voi di essere liberi? Votate per dieci volte l'anno gente che a volte neanche conoscete e che una volta eletta fa ciò che vuole, acciuccia e si spartisce.
Sempre comanderà un'oligarchia che vi inganna col gioco delle parti.
E allora? Dov'è povero postero il guadagno?
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Ma ricordate: un popolo che perde la sua memoria...
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