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"Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario"
George Orwell
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venerdì 4 gennaio 2008

Giù le mani dall'acqua

di Matteo Mascia tratto dal quotidiano l'Obiettivo

L’acqua è il bene più importante sulla Terra. Nella formula chimica, H2O, è concentrato il futuro di tutta l’umanità. In un futuro non molto lontano potrebbero essere combattute delle guerre per il controllo delle risorse idriche. I paesi che controllano le sorgenti di importanti corsi d’acqua potrebbero costruire dei bacini artificiali per impedire l’approvvigionamento dei territori confinati. Questo è sicuramente uno scenario catastrofico di cui forse il pianeta non sarà mai testimone. Oggi, però, siamo tutti spettatori di un vero e proprio furto. Da più parti si sta cercando di trasformare l’acqua in merce. Da bene fondamentale per la sopravvivenza di tutte le specie animali e vegetali a bene di consumo. La privatizzazione del mercato delle acque potabili va avanti da qualche anno. Numerose multinazionali si sono già “tuffate” in questo settore che promette di essere uno dei più floridi. Infatti, solitamente, le società che si occupano della distribuzione di questa importante risorsa operano in regime di monopolio. Il costo per costruire una rete di distribuzione alternativa a quella principale sarebbe elevatissimo, la concorrenza è quindi azzerata. Oltretutto, la rigidità della domanda permette di vendere un metro cubo di acqua ad un prezzo molto elevato. È chiaro che un soggetto privato che sta sul mercato ha tutto l’interesse a creare profitto e magari espandere la sua attività. Lucrare sull’acqua è però sbagliato, data la sua importanza vitale, stabilire una tariffa che permetta alle società di gestione di maturare utili, sarebbe come tassare l’aria che respiriamo. Si dovrebbe fare marcia indietro e ristabilire il controllo pubblico sulla distribuzione e sulla potabilizzazione dell’acqua. Un’azienda pubblica, in teoria, non dovrebbe fare utili o essere organizzata come un soggetto privato. I denari incassati dovrebbero essere investiti per mantenere la rete efficiente e non vessare il cittadino con delle bollette astronomiche. In Italia però stanno fiorendo numerose aziende private a capitale pubblico. Particolare che però non impedisce che in un futuro molto prossimo questi enti possano essere controllati anche dai privati. Queste S.p.A. sono totalmente amministrate e gestite con i soldi degli enti locali. C’è però un piccolo particolare. Gli eventuali attivi o passivi non vengono iscritti nei bilanci dell’ente locale che le controlla. Si rischia quindi che per anni vengano maturati dei debiti “fantasma”. Nel comune di Taranto è successa una cosa simile e il crack non ha tardato ad arrivare. Ora, per legge, nella città pugliese tutte le imposte comunali sono state portate ai massimi nel tentativo di ripianare il debito. Il comune non ha neanche i soldi per pagare il gasolio necessario al riscaldamento delle scuole. Molti comuni italiani rischiano di rivivere la stessa situazione. Il proliferare di queste aziende deve essere fermato, o almeno, messo sotto controllo. Il Governo però non ha nessuna intenzione di fermare la privatizzazione del mercato dei servizi pubblici, acqua compresa. Anzi il ministro Lanzillotta si sta battendo perché tutti i servizi pubblici vengano privatizzati. Una politica scellerata. Rimane misterioso come certe componenti della maggioranza che si richiamino a valori di equità sociale e difesa dei diritti fondamentali dei cittadini possano appoggiare questa politica iperliberista. Neppure l’Unione Europea, che da sempre si batte per la tutela della concorrenza, ha mai pensato di privatizzare le reti. Provvedimento previsto invece dal DDL presentato dal ministro Lanzillotta. Chiunque voglia difendere il proprio futuro si augura che questi progetti vengano fermati al più presto. Il lucro sulle risorse idriche deve finire. Anche in Sardegna numerosi sindaci stanno lottando perché si torni allo status quo ante. Una rivolta tardiva, la frittata (Abbanoa S.pA.) è ormai bella e pronta.

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La verità è quella che vi dicono. E poi il problema in Italia non è mai stato tanto di saperla, ma che saputala tutto resta uguale. Credete forse oggi voi di essere liberi? Votate per dieci volte l'anno gente che a volte neanche conoscete e che una volta eletta fa ciò che vuole, acciuccia e si spartisce.
Sempre comanderà un'oligarchia che vi inganna col gioco delle parti.

E allora? Dov'è povero postero il guadagno?
La dittatura è un sistema per opprimere il popolo.
La democrazia è un sistema per costringere il popolo a opprimersi da solo.

Ma ricordate: un popolo che perde la sua memoria...
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