______________________________________________

"Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario"
George Orwell
______________________________________________

giovedì 17 aprile 2008

La terza repubblica... delle salsiccette.


Da qualche manciata di giorni si sono concluse le elezioni e il dato elettorale è chiaro quanto un dodicesimo grado della scala Mercalli. Non staremo qui ad analizzare i dati e a giocare alla scienza politica. Il terremoto è sotto gli occhi di tutti. L'affermazione di due comitati elettorali sul modello americano e la scomparsa della destra e della sinistra (o ciò che ne rimaneva) sono un unico ed inscindibile dato certo. Qualche sciocchino, a cui piace tanto giocare con le parole (ma ancor più con l'anello del potere), ha starnazzato il superamento delle vecchie categorie di destra e di sinistra, tentando di presentare bene ciò che emana un tonfo vecchio e stantio. Sepolcri imbiancati.
La verità è un'altra, se non l'esatto opposto: la vittoria della politica da supermarket e la morte della politica. Che piaccia o meno la semplificazione ha concentrato il potere politico nelle mani di dieci (10) persone in tutto. Che ci piaccia o meno la semplificazione è un bel sinonimo di appiattimento, di uniformizzazione, di omologazione. Ed è quanto meno curioso il meccanismo mentale di chi per questo si esalta ed al contempo si definisce non-omologato: dabbenaggine o furberia?
Parlare di politica da supermarket è appropriato nel momento in cui ci troviamo di fronte due prodotti quasi identici “ma” confezionati quasi diversamente. Prendiamo i due settori più importanti, la politica estera e la politica economica: alzi la mano chi nota differenze. E si badi che le differenze non sono il modo col quale difendere il libero mercato o col quale esportare il mondialismo, se con le guerre o con la diplomazia. La sostanza è connaturata a entrambi: libero mercato e mondialismo.
Qualcuno potrà obiettare che anche prima ci si trovava nella medesima situazione. Vero e non vero. Vero per quanto riguarda le politiche concretamente attuate, non vero per la possibilità di poter intervenire nella loro formazione e modificazione. Possibilità dovuta proprio grazie alla frammentazione partitica che dava voce anche ai cosiddetti “piccoli”. Non dovrebbe essere la rappresentanza di tutte le voci del popolo una caratteristica della democrazia?
E qui è il punto: chi si specchia in una visione non omologata che non ha mai avuto modo di uscire allo scoperto (mancanza di mezzi, quattrini e mass-media) ritiene veramente plausibile portare avanti la propria Idea all'interno di un comitato elettorale che nel proprio DNA ha la semplificazione, o meglio l'omologazione?
Può un centro commerciale della politica (= pdl + pd) esporre nei propri banconi una salsiccia artigianale buona e genuina che però non gli porta lo stesso profitto di una salsiccetta industriale rinsecchita che non sa di niente?
Questo è il vero dilemma, non le crisi ormonali dei duropuristi da una parte o dei poltronarrivisti dall'altra.
E soprattutto, chi siamo noi? La salsiccia artigianale che vuole conservare la sua identità tramandata (la Tradizione) o la salsiccetta che si presta ad ogni scadimento di qualità, ad ogni aggiunta di conservanti, e che vede come una benedizione ogni modifica in quanto tale.
Per concludere, chiariamoci su questi due punti. Siamo noi delle salsicce artigianali? Se sì, siamo sicuri di avere possibilità di sopravvivenza all'interno del centro commerciale? Però, com'è intuibile, è importante riconoscere le salsicce.
Mi spiego fuori metafora: chi crede nel pdl e chi esulta alla sua vittoria, ne prenda atto. Evitiamo le chiacchiere pseudo-strategiche e pseudo-politologiche.
Non nascondiamoci dietro un dito, diamo un nome alle cose.

Pedro

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissimo articolo!

__________________________________________________________________________

La verità è quella che vi dicono. E poi il problema in Italia non è mai stato tanto di saperla, ma che saputala tutto resta uguale. Credete forse oggi voi di essere liberi? Votate per dieci volte l'anno gente che a volte neanche conoscete e che una volta eletta fa ciò che vuole, acciuccia e si spartisce.
Sempre comanderà un'oligarchia che vi inganna col gioco delle parti.

E allora? Dov'è povero postero il guadagno?
La dittatura è un sistema per opprimere il popolo.
La democrazia è un sistema per costringere il popolo a opprimersi da solo.

Ma ricordate: un popolo che perde la sua memoria...
_____________________________________________________________________________