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"Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario"
George Orwell
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giovedì 4 settembre 2008

Perche' ho dovuto riconoscere le regioni separatiste della Georgia


Martedì, la Russia ha riconosciuto l'indipendenza dei territori della Ossezia del sud e dell'Abkhazia. Non è stata una decisione presa a cuor leggero, o senza la piena considerazione delle possibili conseguenze. Ma tutti i possibili esiti della mia decisione han dovuto essere pesati contro una sobria conoscenza della situazione - le storie degli Osseti e
degli Abkhazi, il loro desiderio di indipendenza liberamente espresso, i tragici eventi delle scorse settimane e i precedenti internazionali a simile iniziativa.

Non tutte le nazioni del mondo hanno il proprio stato. Molte esistono felicemente entro confini condivisi con altre nazioni. La federazione Russa è un esempio di vasta ed armoniosa coesistenza di molte dozzine di nazioni e nazionalità. Ma certe nazioni trovano impossibile vivere sotto la tutela di qualcun'altro. Le relazioni tra nazioni che vivono "sotto lo stesso tetto" necessitano di essere maneggiate con estrema sensibilità.

Dopo il collasso del comunismo, la Russia si è riconciliata con se stessa dopo la "perdita" di 14 ex repubbliche sovietice, che diventarono stati avendone i dirittti, nonostante qualcosa come 25 milioni di russi fossero stati lasciati con i piedi in paesi non più loro. Alcune di queste nazioni funrono incapaci di trattare le proprie minoranze con il dovuto rispetto. La Georgia spogliò le sue "regioni autonome", Ossezia del sud ed Abkhazia, della loro autonomia.

Potete immaginare cosa poteva essere per gli Abkhazi veder chiusa la propria università, a Sukhumi, da parte del governo di Tbilisi, sulla base che loro, a quanto si dice, non avevano una propria lingua o storia o cultura e perciò non
necessitavano di una università? L'appena indipendente Georgia inflisse una brutale guerra contro le sue nazioni di minoranza, spiazzando migliaia di persone e gettando i semi del malcontento che potevano solo crescere. Questi erano focolai, accesi alle porte della Russia, che i pacificatori russi hanno cercato di tenere spenti.

Ma l'occidente, ignorando la delicatezza della situazione, ha inconsapevolmente (o consapevolmente) alimentato le speranze di libertà dei sud-osseti e degli abkhaziani. Hanno stretto al proprio capezzale un presidente Georgiano, Mikheil Saakashvili, la cui prima mossa fu di schiacciare un'altra autonomia, quella della regione dell'Adjaria, senza nascondere i suoi intenti di schiacciare gli osseti e gli Abkhaziani.

Nel frattempo, ignorando gli avvertimenti russi, le nazioni occidentali si sono affrettate a riconoscere la dichiarazione ILLEGALE di indipendenza del Kosovo dalla Serbia. Abbiamo vivacemente sostenuto che sarebbe stato impossibile, dopo tale avvenimento, dire ad Abkhazi e Osseti (e dozzine di altri gruppi nel mondo) che ciò che era cosa buona per gli albanesi del Kosovo non avrebbe potuto esserlo per loro.

Vedendo i segni premonitori, abbiamo insistentemente tentato di persuadere i georgiani a firmare un accordo sul non-utilizzo della forza con gli osseti e gli abkhazi. Il sig. Saakashvili SI E' RIFIUTATO.

La notte del 7-8 agosto abbiamo capito il perchè!

Solo un pazzo schizofenico avrebbe potuto commettere un simile azzardo. Credeva che la Russia sarebbe rimasta ad oziare sugli allori mentre lanciava un assalto a tutta potenza sulla dormiente città di Tshvinkali, uccidendo centinaia di civili pacifici, molti dei quali cittadini russi? Credeva davvero che la Russia sarebbe restata ferma mentre le sue forze "di pace" (ndt: quelle Georgiane) sparavano sui loro compagni russi, e sottolineo compagni, coi quali dovevano, almeno si suppone, evitare l'insorgere di problemi in Ossezia del sud?

La Russia non ha avuto altra opzione se non quella di irrompere nell'attacco per salvare le vite. Questa guerra non è stata una nostra scelta. Non abbiamo progetti o mire sul territorio Georgiano. Le nostre truppe sono entrate in Georgia per distruggere le basi dalle quali è partito l'attacco, e poi se ne sono andate. Abbiamo riportato la pace ma non potevamo, a questo punto, calmare le paure e le aspirazioni dei popoli sud-osseti ed abkhazi - non quando il sig. Saakashvili ha continuato (con la complicità degli USA e di alcuni membri della NATO) a parlare di riarmarsi e reclamando "il territorio georgiano". I presidenti delle due repubbliche si sono appellati alla Russia per riconoscere la loro indipendenza.

Una decisione pesante poggiava sulle mie spalle. Tenendo in conto le liberamente espresse opinioni dei popoli osseti ed abkhazi, e in base ai principi della carta delle nazioni unite ed altri documenti di legge internazionale, ho firmato un decreto in cui la Federzione Russa riconosce l'indipendenza dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia.

Spero sinceramente che il popolo eorgiano, per il quale proviamo storica amicizia e simpatia, possa un giorno avere i capi che si merita, che si prendano cura del proprio Paese e che sviluppino rispettose e mutue relazioni con tutti i popoli del Caucaso. La Russia è pronta a supportare il conseguimento di tale obiettivo.

Lo scrivente è il presidente della Federazione Russa, Dmitry Medvedev

tradotto da effedieffe.com

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La verità è quella che vi dicono. E poi il problema in Italia non è mai stato tanto di saperla, ma che saputala tutto resta uguale. Credete forse oggi voi di essere liberi? Votate per dieci volte l'anno gente che a volte neanche conoscete e che una volta eletta fa ciò che vuole, acciuccia e si spartisce.
Sempre comanderà un'oligarchia che vi inganna col gioco delle parti.

E allora? Dov'è povero postero il guadagno?
La dittatura è un sistema per opprimere il popolo.
La democrazia è un sistema per costringere il popolo a opprimersi da solo.

Ma ricordate: un popolo che perde la sua memoria...
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